Residenza storica appartenuta alla Real Casa dei Borbone di Napoli, la Reggia di Caserta è circondata da un vasto parco, che si estende per 3 chilometri di lunghezza, con sviluppo sud-nord, su 120 ettari di superficie.
Abbiamo già scoperto le caratteristiche del giardino all’inglese e le sue particolari doti botaniche, in questo articolo approfondiamo le meraviglie del Giardino all’italiana, cuore pulsante della Versailles italiana.
Il parco della Reggia di Caserta è stato concepito come un percorso ascendente dal suolo alla fonte dell’acqua, simbolo di vita e nascita. Varcata la soglia di ingresso della Reggia ci si imbatte nel cosiddetto “vecchio boschetto”. L’occhio cade su una piccola costruzione, la “Castelluccia”, una sorta di fortezza con ponte levatoio, circondata da un fossato alimentato dall’acqua di un piccolo canale. Adibito successivamente a casa per le scampagnate, il luogo era destinato alle esercitazioni per le battaglie navali del piccolo Ferdinando IV e prevedeva l’impiego di modellini appositamente costruiti. La Castelluccia prevedeva anche un isolotto detto la “pagliara”, che ben nascosto sotto la vegetazione doveva contenere un padiglione con frecce e cannoncini, poi trasformato in luogo per l’intrattenimento degli ospiti.
Altra caratteristica del giardino all’italiana sono le Fontane che ancora oggi attirano alla Reggia di Caserta tantissimi turisti.
Finemente scolpite e di enorme impatto scenico le fontane si succedono lungo il viale centrale come risultato di un lavoro elaborato e complesso. Nel costruirle L’architetto Luigi Vanvitelli decise di realizzare appositamente un lungo acquedotto , facendo scavare pozzi profondissimi. Il tempo di realizzazione dei lavori fu molto lungo, ben 16 anni, ma il risultato è evidente agli occhi di chiunque. È impossibile non ammirare a colpo d’occhio la bellezza della grande cascata.
La Fontana dei tre delfini, in travertino, è tra le più belle e spettacolari realizzazioni dello scultore Gaetano Salomone. Rappresenta tre mostri marini, di cui uno più grande al centro, con la testa e il corpo di un delfino dalla cui bocca fuoriesce dell’acqua. La fontana fu disegnata da Carlo Vanvitelli che rielabora il progetto del padre ormai defunto.
La Fontana Margherita, inserita in un’aiuola circolare, chiude il giardino all’italiana aprendo il percorso che immette in quello all’inglese con la prima delle tre grandi vasche a sviluppo longitudinale: la Peschiera Grande. Un bacino artificiale lungo quasi mezzo chilometro che termina con un complesso scultoreo formato da tre grossi delfini dalle cui bocche sgorga l’acqua. Poco più su, separato da un grande prato, svettano il sofisticato complesso della Fontana di Eolo, la Fontana di Cerere e la straordinaria Fontana di Venere ed Adone. Seguendo la strada tracciata da tanta maestosità si arriva all’ampia scalinata che conduce alla vasca contenente i due magnifici gruppi scultorei di Diana e Atteone. È da qui che si spalanca lo spettacolo scenografico del Giardino Inglese.