Le fontane del Parco della Reggia di Caserta
GRAND TOUR BLOG | 14 Aprile 2020

Le fontane del Parco della Reggia di Caserta

Carlo III di Borbone lo aveva detto a chiare lettere: a Caserta doveva sorgere la sua “Versailles”. La reggia più bella di tutto il regno di Napoli. Roba da fare invidia pure ai reali di Francia.

Il Parco come lo ammiriamo noi oggi è solo in parte quello che l’architetto Luigi Vanvitelli aveva progettato nel XVI secolo. Le vicissitudini della real fabbrica sono note a tutti e lo stesso disegno iniziale subì più volte modifiche e ridimensionamenti. Una delle più celebri aggiunte, neanche contemplata nel disegno originario del Vanvitelli, fu, ad esempio, quella voluta dalla regina di NapoliMaria Carolina, la quale, seguendo la moda allora in voga, fece costruire anche a Caserta uno splendido “Giardino all’Inglese”.

Le meravigliose fontane della Reggia

Per lasciarsi rapire dalla magia di laghi, sculture incantevoli e giochi d’acqua basta varcare la soglia d’ingresso della Reggia e imboccare il vialone centrale fino alla fontana che immette nel parco: è da qui che si snodano i giardini dell’eden caro ai re di Napoli.

 

La Fontana Margherita è inserita in un’aiuola circolare, e chiude, in pratica, il giardino all’italiana aprendo il percorso che immette in quello all’inglese con la prima delle tre grandi vasche a sviluppo longitudinale:la Peschiera Grande, un bacino artificiale lungo quasi mezzo chilometro che termina con un complesso scultoreo formato da tre grossi delfini (opera di Gaetano Salomone) dalle cui bocche sgorga l’acqua.Poco più su, separato da un grande prato, svettano il sofisticato complesso della Fontana di Eolo (eseguita da Salomone, Brunelli, Violani, Persico e Solari), con il suo emiciclo porticato,la Fontanadi Cerere (opera di Salamone) scolpita mentre regge tra le mani l’immagine della Trinacria. E la straordinaria Fontana di Venere ed Adone opera di Paolo Persico, Tommaso Solari e Angelo Brunelli.

La Fontana dei tre delfini (1776), in travertino, è tra le più belle e spettacolari realizzazioni dello scultore Gaetano Salomone: rappresenta tre mostri marini, di cui uno più grande al centro, con la testa e il corpo di un delfino dalla cui bocca fuoriesce dell’acqua. La fontana fu disegnata da Carlo Vanvitelli che rielabora il progetto del padre ormai defunto.

Ma non sono solo scolpite figure mitologiche: le fontane della reggia di Caserta si ispirano anche a divinità del passato come ad esempio la Fontana di Eolo (1775), realizzata dagli scultori Angelo Brunelli, Gaetano Salomone, Andrea Violani, Paolo Persico e Pietro Solari. Rappresenta il dio che sollecitato da Giunone suscita la furia dei venti (posizionati nelle cavità che si aprono nell’esedra) contro Enea e i Troiani ed è una delle opere incompiute del parco.

Le fontane prendono vita con sculture incantevoli capaci di regalare spettacolari giochi d’acqua come quelli della grande cascata da cui prende forma un’altra suggestiva opera, la Fontana di Diana e Atteone (1773) scolpita da Paolo Persico, Pietro Solari e Angelo Brunelli: da un lato Diana, dea della caccia, circondata dalle ninfe, sta per immergersi nelle acque, dall’altra Atteone. Il mito racconta che il cacciatore Atteone, dopo averla vista immergersi nuda al bagno nel bosco di Megara, viene trasformato in cervo dalla stessa divinità che gli aizza contro un branco di cani pronto a sbranarlo.



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