Le radici dell’identità della Sardegna, “Sardità”, risalgono al II millennio a.C., quando è andata affermandosi la civiltà nuragica, unica nell’area mediterranea. Le prime testimonianze rinvenute risalgono al 1800 a.C. come il protonuraghe Bruncu Madugui a Gesturi.
Il Medio Campidano vanta la presenza della più alta espressione della civiltà nuragica, dichiarata dall’UNESCO
patrimonio dell’umanità: la Reggia “Su Nuraxi” di Barumini è il sito archeologico più visitato dell’isola.
A brevissima distanza è situato “Su Nuraxi e’ cresia”, un unicum poiché inglobato all’interno del Palazzo Nobiliare Casa Zapata del XV secolo.
Di grande rilevanza anche i complessi archeologici “Genna Maria” a Villanovaforru e “Su Mulinu” a Villanovafranca, situati su alture dominanti: il primo si affaccia sia sulla Marmilla che sul Campidano centrale sino al Golfo di Oristano. All’interno del nuraghe “Su Mulinu” è presente un altare nuragico della prima Età del Ferro dove si ipotizza venissero compiuti riti sacrificali. Il culto dei morti del neolitico (III secolo a.C.), è documentato dalle Domus de Janas ricavate nella roccia, come Sa Domu ‘e S’Orcu di Setzu.
Contemporanee ai nuraghi sono le sepolture megalitiche (Tomba dei Giganti) quali Sa Dom’è S’Orcu di Siddi, quella in località San Cosimo a Gonnosfanadiga, Su Cuaddu e Nixias di Lunamatrona. A Collinas sono visibili le due tombe di Sedda sa Caudeba. Il monumento con il miglior stato di conservazione è il Pozzo Sacro di Santa Anastasia a Sardara, ubicato nel centro storico, vicino al Museo di Villa Abbas dove si trovano i reperti rinvenuti nelle
campagne di scavo.
Lasciati rapire da una civiltà che affonda le sue radici tra il IX-VII sec. a.c. ... ...leggi di più