Federico II di Svevia era conosciuto come “Stupor Mundi” per l'eclettismo e la vastità della sua cultura. Quello che in pochi ricordano è la grande passione per l'esoterismo, il simbolismo e il mistero.
Il Castel del Monte, infatti, fu fatto costruire da Federico II con uno schema geometrico ben preciso: base ottagonale, con otto sale al piano terra ed altrettante al primo, ad ognuno degli 8 lati del forte una torre con base ottagonale. Il rigore matematico e astronomico della sua planimetria, basata sull'otto come numero guida e il suo posizionamento, studiato in modo da creare particolari simmetrie di luce nei giorni di solstizio ed equinozio, creano un simbolismo che appassiona da secoli gli studiosi, lasciando ai visitatori una sensazione di piacevole enigma.
Castel del Monte nonostante fosse un fortino medievale unisce elementi stilistici diversi, dal taglio romanico dei leoni dell’ingresso alla cornice gotica delle torri, dall'arte classica dei fregi interni della struttura difensiva fino alle delicate raffinatezze islamiche dei suoi mosaici.
Perfetta sintesi fra scienza, matematica e arte, il Castello è stato definito “pietrificazione di una ideologia del potere, manifesto della regalità tradotto in un materiale che resiste nel tempo.”
Criteri di Ammissione UNESCO
Il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO nella 20a Sessione tenutasi a Merida - Messico nel 1996, sulla base dei criteri (i), (ii) e (iii), ha inserito il monumento federiciano nella World Heritage List, perché “Castel del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal nord Europa, dal mondo musulmano e dall’antichità classica. È un capolavoro unico dell’architettura medievale, che riflette l’umanesimo del suo fondatore Federico II di Svevia”.
Storia Arte e Cultura
A fondare la città di Andria sarebbe stato l’eroe greco Diomede, ma l’ipotesi non è suffragata da alcuna testimonianza storica. Le ricerche archeologiche confermano invece che nei pressi di Andria vi era la stazione Rudae, sulla Via Traiana, intorno alla quale sorsero nel Medioevo borghi e chiese. Nel 1046 Pietro il Normanno, Conte di Trani, cinse di mura i casali che erano sparsi nel territorio elevando Andria al rango di civitas. Nel XII secolo la città passò sotto il dominio Svevo. L’imperatore Federico II la tenne in grande considerazione per la fedeltà dimostratagli in occasione delle ribellioni seguite alla sua scomunica da parte del papa Gregorio IX: nei pressi della città, infatti, sorge la superba costruzione di Castel del Monte e, secondo la tradizione, la cripta della Cattedrale conserva le spoglie mortali delle mogli, Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra.
Ad Andria nacque il figlio Corrado IV di Svevia, futuro imperatore. Sconfitto Manfredi a Benevento nel 1266, Andria passò agli Angioini divenendo dapprima Contea e, successivamente, Ducato con Francesco I del Balzo. Il duca Francesco II del Balzo, nel 1438, in seguito al ritrovamento delle ossa di San Riccardo, protettore della città, istituì la fiera di aprile che si tiene ancora oggi. Nel 1507 il Ducato di Andria fu donato da Ferdinando il Cattolico a Consalvo di Cordova come ricompensa dell’appoggio nella lotta contro i Francesi. Nel 1522 Andria, insieme al Castel del Monte, fu acquistata dal Conte di Ruvo Fabrizio Carafa. Il 22 febbraio del 1556, Antonio Carafa, figlio di Fabrizio, ebbe il titolo di Duca di Andria dal Re di Spagna Filippo II. Il 23 marzo 1799 le truppe francesi della Repubblica Partenopea guidate dal generale Broussier e da Ettore Carafa assediarono Andria, rimasta fedele ai Borboni, e la posero a ferro e fuoco. Dopo la tragica conclusione della rivoluzione napoletana, Re Ferdinando fece giustiziare a Napoli Ettore Carafa. La breve stagione murattiana vide l’abolizione della feudalità e la confisca dei beni ecclesiastici. Ma Andria restò fedele ai Borboni. In seguito la città seguì l’evolversi delle vicende risorgimentali, del Regno d’Italia e della Repubblica.
Castel Del Monte
Con un mandato del 29 gennaio 1240, da Gubbio, Federico II di Hohenstaufen ordinò l’acquisto di materiale da costruzione per il Castrum apud Sanctam Mariam de Monte, originaria denominazione del Castello derivante dalla presenza di una vicina abbazia benedettina ormai distrutta. Costruito direttamente sul banco roccioso, l’edificio domina il paesaggio della Murgia con la sua forma poligonale, delineata da cortine compatte in cui si aprono al piano inferiore monofore a tutto sesto, al primo bifore goticheggianti e un’unica monofora rivolta verso Andria, città molto cara a Federico II per la sua costante fedeltà. Il numero otto e la forma ottagonale rappresentano gli elementi caratterizzanti di Castel del Monte; attorno al cortile ottagonale si dispongono infatti sia al piano terra che al primo piano otto sale a pianta trapezoidale, a formare un ottagono, sui cui spigoli si innestano otto torri di analoga forma. Il Castello è inoltre fortemente connotato dalla coesistenza di matrici culturali profondamente differenti, ma perfettamente integrate fra loro, tutte strettamente connesse alla poliedrica personalità di Federico II. L’eco dell’arte romanica si coglie nei leoni aggettanti del portale monumentale, mentre la matrice gotica è evidente nelle ogive di portali e volte, nei capitelli a crochet e nell'espressionismo di telamoni e mensole delle torri scalari; influenze classiche sono invece evidenti nei fregi e nelle cornici delle porte-finestre affacciate sul cortile, nelle foglie di acanto di alcuni capitelli in marmo, nell'impaginazione del portale. I resti del mosaico pavimentale nell’VIII sala a piano terra e l’utilizzo di materiali diversi - pietra calcarea, marmo venato, breccia corallina - rinviano, invece, all’area islamica. Questi materiali di colore diverso dovevano creare effetti cromatici di grande suggestione: pietra calcarea nei paramenti murari, breccia corallina nelle monofore e nei portali, marmo nei pilastri al primo piano. Lastre di breccia corallina e di marmo probabilmente rivestivano in origine anche le pareti delle sale. Profondamente diverso dagli altri castelli svevi, particolarmente numerosi in Puglia, Castel del Monte appassiona ancora oggi gli studiosi per la sua incerta destinazione d’uso.
Sebbene privo di alcuni degli elementi tipici dell’architettura militare medievale, quali il fossato, il Castello, ben visibile a grande distanza, svolgeva un ruolo importante all’interno della rete castellare federiciana, come anello di congiunzione fra la linea difensiva costiera e quella dell’entroterra. Acquistato dallo Stato italiano nel 1876, il Castello è oggi affidato alla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio delle Province di Bari e Foggia, è sede di mostre, concerti, conferenze e iniziative culturali, ed è il monumento-museo più visitato della Puglia.