Parte integrante della maestosità e della bellezza della Reggia è il parco, composto da fontane e cascate. Il parco che si estende per circa 120 ettari è un tipico esempio di giardino all'italiana, costruito con vasti prati, aiuole squadrate e, soprattutto, un trionfo di giochi d'acqua.
Storia, arte e Cultura
Il parco si estende per circa 120 ettari ed è uno dei più grandiosi complessi architettonici e monumentali d’Europa.
Fu progettato da Vanvitelli e ultimato dal figlio Carlo che allineò lungo l’asse che partiva dal Palazzo una serie di fontane decorate da sculture a carattere mitologico, disposte lungo terrazze degradanti verso la pianura. La prospettiva vede il suo culmine nella “grande cascata” che precipita da un salto di 70 metri nella vasca di Diana e Atteone.
Lungo l’asse centrale, si susseguono vasche, fontane e cascate, ornate da grandi gruppi scultorei a carattere mitologico. Ne risulta un effetto scenografico di grande impatto che raggiunge il culmine nella Grande Cascata. Il parco si estende fino alla sommità della collina antistante il palazzo, dove un giardino inglese fa da cornice ad una passeggiata tra piante esotiche.
Per chi esce dal palazzo i giardini si presentano divisi in due parti: la prima è costituita da vasti parterre, separati da un viale centrale che conduce fino alla Fontana Margherita, fiancheggiata da boschetti di lecci e carpini, disposti simmetricamente a formare una scena “teatrale” verde semicircolare.
L’acqua necessaria al parco e alle fontane proviene dall’
Acquedotto di Vanvitelli.
Il giardino inglese
Internamente al parco fu realizzato da John Andrew Graefer un giardino detto “di paesaggio” o “all’inglese”, voluto dalla regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, moglie di Ferdinando IV. Graefer, noto nell’ambiente botanico internazionale per aver introdotto in Inghilterra numerose piante esotiche.
Iniziati nel 1786, i lavori per la formazione del giardino durarono molti anni: furono introdotte piante e sementi individuate a Capri, Maiori, Vietri, Salerno, Cava de’Tirreni, Agnano, Solfatara, Gaeta.
Caratterizzato da un apparente disordine, il giardino all’inglese si pone di emulare in tutto e per tutto la natura: corsi d’acqua, laghetti, “rovine” secondo la nuova moda legata alla scoperta di Pompei, piante autoctone ed esotiche popolano quest’area. Le fontane sono alimentate dall’acquedotto Carolino, inaugurato nel 1762, in larga parte costruito in gallerie che attraversano 6 rilievi e 3 viadotti.
Nel 1798, in seguito all’arrivo dei francesi, John Andrew Graefer lasciò la Reggia di Caserta; è grazie ai suoi tre figli, che presero in fitto il giardino del Direttorio francese di Napoli, che quest’ultimo si è salvato dalla rovina e dall’incuria, arrivando intatto ai posteri.