I fedeli vedono nel santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo, la mano di Dio che si posa su quello dell’uomo per creare qualcosa di perfetto. Superato il portale romano e l’altare di S. Francesco, si apre davanti agli occhi del visitatore uno spettacolo unico nel suo genere: una caverna, dall'irregolare volta rocciosa, che nell'arco dei secoli ha accolto milioni di pellegrini, imperatori e papi. Continuando nel tour esplorativo, le cripte sono la tappa successiva.
Questi ambienti risalgono all'epoca longobarda e sono ritornati alla luce in seguito agli scavi fatti tra gli anni 50 e 60. Numerose iscrizioni lungo le pareti delle “cripte” testimoniano il notevole afflusso dei pellegrini provenienti da tutta l’Europa fin dall'epoca longobarda. Nel novembre del 1989 è stato, inoltre, aperto il museo devozionale con lo scopo di raccogliere e mettere in mostra per i visitatori i diversi oggetti che testimoniano il culto verso San Michele Arcangelo.
Criteri di Ammissione
Prodigiose fortezze, antiche chiese ed affascinanti monasteri costituiscono il Sito UNESCO de “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, emblema di un Langobardorum Imperium destinato a perdurare per più di 200 anni, contraddistinto dalla significativa realizzazione di impressionanti opere architettoniche. L’architettura longobarda rappresenta difatti la straordinaria sintesi tra antichità romana e tradizione germanica, consentendo l’intreccio di singolari ed eterogenei elementi, nel contempo suggestionati dal mito bizantino e dalla spiritualità cristiana. Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha inserito nel 2011 il sito nella lista del Patrimonio Mondiale
in base ai criteri. In particolare: (ii) i monumenti Longobardi sono una testimonianza esemplare della sintesi culturale ed artistica che ebbe luogo in Italia dal VI all’VIII secolo tra la tradizione romana, la spiritualità
Cristiana, le influenze bizantine e i valori mutuati dal mondo germanico, preannunciando e favorendo lo sviluppo della cultura e dell’arte carolingia; (iii) i luoghi Longobardi del potere esprimono forme artistiche e monumentali nuove e straordinarie, che testimoniano la specificità della cultura Longobarda nell’ambito dell’Europa Altomedievale. Nel loro insieme essi costituiscono una serie culturale unica e chiaramente identificabile, i cui molti linguaggi e finalità esprimono il potere delle diverse élites Longobarde; i luoghi dei Longobardi e la loro eredità nelle strutture culturali e spirituali della cristianità medievale europea sono molto rilevanti. Essi hanno potenziato significativamente il movimento monastico e hanno contribuito alla creazione di una meta antesignana dei grandi pellegrinaggi a Monte Sant’Angelo, con la diffusione del culto di San Michele. I Longobardi svolsero inoltre un ruolo determinante nella trasmissione al nascente mondo europeo delle opere classiche di letteratura, tecnica, architettura, scienza, storia e diritto.
Storia Arte e Cultura
Monte Sant’Angelo è una città storicamente importante soprattutto per le sue radici religiose legate al famoso complesso santuariale dedicato a San Michele. La tradizione fa risalire l’arrivo del culto micaelico sulla montagna garganica all’ultimo decennio del V secolo, fissando al 490, 492 e 493 le tre apparizioni dell’Arcangelo, due delle quali al vescovo di Siponto. La ricostruzione della storia del Santuario e del culto dell’Arcangelo sul Gargano si fonda prevalentemente sul Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano (Apparitio), una operetta agiografica variamente datata dal V all’VIII secolo e ricca di elementi miracolistici. Il racconto è conosciuto da tre episodi: l’episodio del toro (490), l’episodio della vittoria (492), l’episodio della dedicazione (493). Inoltre, vi è anche una quarta apparizione, quella del 1656, quando l’Arcangelo liberò la città garganica dalla peste.
Consacrata personalmente dall’Arcangelo, la basilica è costituita da una grotta naturale. Nell’ultimo decennio del V secolo, l’“Inviato da Dio” Michele apparve in visione al Vescovo di Siponto, San Lorenzo Maiorano, annunciandogli l’avvenuta santificazione di quella spelonca, scelta come luogo di redenzione. Da allora, migliaia di pellegrini si sono recati sul monte del Gargano, venerando il messaggio di fede ereditato dall’Arcangelo. Nel Medioevo la Sacra grotta, unitamente al sepolcro di Gesù a Gerusalemme, alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma e al santuario di San Giacomo di Compostela in Spagna, divenne uno dei quattro grandi santuari della cristianità. L’afflusso di tanta gente, di diversa estrazione sociale, contribuì a creare un vero e proprio modello di santuario “micaelico”, cui ci si ispirò nell’edificazione di successivi luoghi di culto in Italia e nel resto dell’Europa.
Tuttora il santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo rappresenta una delle capitali spirituali, punto di scambio di esperienze mistiche di popoli che da oltre quindici secoli continuano a varcare la soglia della misteriosa caverna. Di particolare valore storico, oltre che religioso, la porta di bronzo che apre all’interno della
grotta, realizzata nel 1076 presso la città di Costantinopoli; sull’altare superiore, affascinante è il solenne trono vescovile, la cui datazione incerta oscilla tra la metà dell’XI secolo e la metà, circa, del XII; l’atrio superiore della Basilica è contraddistinto da un imponente campanile ottagonale costruito, sullo stile di Castel del Monte, per ordine di Carlo I d’Angiò; l’ingresso, invece, è una struttura monumentale a due archi conclusa nel corso della ristrutturazione del 1865. Il materiale lapideo è sistemato negli ambienti della cosiddetta “Cripta”, di epoca medioevale, dove è possibile ammirare, tra l’altro, il raffinato ambone marmoreo di Acceptus del 1041. Di recente allestimento è il museo devozionale, espressione dell’inestimabile deferenza all’Arcangelo San Michele, contenente le innumerevoli donazioni dei pellegrini illustri e della gente comune al Santuario come forma di gratitudine e di fede.