Piazza Armerina, situata al centro della Sicilia, ha nella Villa Romana del Casale la sua più alta espressione artistica e storica. Con oltre 40 stanze e 4 aree ben definite è uno degli esempi più rappresentativi di quelle che venivano definite dimore di rappresentanza. Appartenuta probabilmente ad un governatore di Roma, si alternano ampie stanze, sale per banchetti, terme e giardini che al tempo ospitavano anche piante esotiche.
Quello che contraddistingue la villa nella sua moltitudine di ambienti sono i mosaici, completamente ristrutturati e tra i più belli di questo periodo storico. Le iconografie, stilisticamente influenzate dalla cultura africana, riprendono momenti di vita privata, abitudini del proprietario e racconti a sfondo epico.
Criteri di ammissione
Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha deciso nel 1997 di inserire la località sulla base dei criteri (i), (ii), (iii), (che richiedono che il sito sia un capolavoro del genio creativo umano, debba mostrare un importante interscambio di valori umani sugli sviluppi dell’architettura, della tecnologia, delle arti monumentali, dell’urbanistica e rappresentare una testimonianza unica di una civiltà scomparsa) ritenendo che la Villa del Casale di Piazza Armerina sia un sublime esempio di lussuosa villa romana che illustra graficamente la prevalenza delle strutture sociali ed economiche del suo tempo. I mosaici che la decorano sono eccezionali per la loro qualità artistica e la novità dell’ampiezza.
Storia, arte e cultura
Poco distante da Enna, Piazza Armerina si estende su tre colli, dominata dal Castello Aragonese, costruito da Martino I Re di Sicilia intorno alla fine del 1300, e dal Duomo dedicato alla Vergine Assunta che sorge sui resti di una chiesa più antica. All’interno del Duomo è custodita una Madonna che pare sia stata donata da Papa Niccolò II al gran Conte Ruggero, un crocifisso bifronte, interessante e unica opera di un non meglio identificato “maestro della Croce”. Il Museo Diocesano custodisce il tesoro del Duomo e altri pezzi preziosi, oltre a paramenti e statue di cera.
Il centro storico è un interessante susseguirsi di palazzi nobiliari nelle caratteristiche vie medievali.
Da vedere il portale di tufo intagliato nella Barocca Chiesa di San Rocco, cosi come il soffitto affrescato del Palazzo di Città, e gli affreschi del Borremans nella Chiesa di San Giovanni Evangelista. Fuori città, da visitare l’antico Priorato di Sant’Andrea, fondato da un nipote di Ruggero I nel 1096. Verso Valguarnera vale la pena sostare nel Parco Ronza, un’ampia area verde attrezzata che ospita alcune specie di animali.
Villa romana del Casale
Era, con molta probabilità, la residenza di caccia dell’imperatore Massimiliano o di un importante patrizio romano. La villa si sviluppa in 48 ambienti ricoperti da mosaici provenienti, quasi certamente, da maestranze nordafricane per via della autenticità con cui sono rappresentati i vari luoghi. Attraverso questi mosaici si può ripercorrere la storia del più grande fra gli imperi con le scene di vita quotidiana, le raffigurazioni di eroi e divinità, le scene di caccia e di giochi. Le rappresentazioni sono state orientate in modo che il lato frontale sia rivolto verso l’ingresso di ogni
stanza. La sua struttura interna si articola attorno al peristilio e alla sua grande fontana, a monte dei quali si trovano la basilica e due appartamenti privati. A fianco, preceduto da un portico di forma ellittica, si trova un triclinio monumentale, mentre lungo i suoi fianchi sono presenti altri appartamenti e le sale delle dieta estiva ed invernale.
Un ingresso monumentale introduce alla pars rustica della domus ed alle thermae, complete di frigidarium, tepidarium, calidarium, piscina e palestra. All’esterno sono stati rinvenuti due acquedotti usati per l’approvvigionamento delle fontane, dei servizi e del quartiere termale. Tutto il complesso architettonico della Villa è costruito su terrazze digradanti per permettere una perfetta e agevole dislocazione degli ambienti.
Gli interni presentano una ricchezza decorativa pavimentale e parietale senza pari divenendo il massimo esempio giunto dell’arte romana del mosaico. Circa 3500 metri quadri di superficie sono ricoperti da mosaici in perfetto stato, forse eseguiti da maestri africani. Nello specifico è possibile dividere lo spettacolare svolgersi di queste scene in due filoni stilistici e narrativi riconducibili probabilmente a due esecutori differenti: il primo, più classico, si dedicò principalmente alla rappresentazione di scene epiche e legate alla mitologia, mentre il secondo posò il suo sguardo sulla vita quotidiana e domestica e sulla riproduzione fedele di animali e piante. Gli esempi di mirabile leggerezza e maestria sono innumerevoli, ma su tutti spicca la Grande Caccia raffigurante, con grande efficacia e dovizia di particolari, la cattura di animali feroci destinati ai giochi circensi. La Villa del Casale rappresenta una fondamentale
testimonianza per la comprensione della vita e della civiltà romana di cui ci offre, grazie alla perfetta conservazione degli ambienti e delle rappresentazioni musive, un inimitabile affresco. Tra gli ambienti più rinomati la Sala della Danza il cui mosaico, incompleto, permette di vedere donne e uomini che danzano, la Sala delle Dieci Ragazze in bikini: le giovani donne sono intente a fare esercizi ginnici mentre nel registro inferiore una ragazza togata incorona un’altra fanciulla.