Affacciata a strapiombo su una valle incontaminata, la Necropoli di Pantalica è uno dei maggiori esempi di architettura funeraria rupestre. Ecco cosa vedere in questo luogo misterioso in provincia di Siracusa.
Affacciata a strapiombo su una valle incontaminata, la Necropoli di Pantalica è uno dei maggiori esempi di architettura funeraria rupestre. Ecco cosa vedere in questo luogo misterioso in provincia di Siracusa.
Questo sito archeologico sorge in Sicilia, sull’altopiano dei Monti Iblei. Si tratta di una delle più grandi necropoli rupestri d’Europa, riconosciuta dal 2005 come Patrimonio dell’Umanità Unesco insieme alla città di Siracusa. Un insieme di grotte sotterranee dove il chiarore della roccia si mescola al verde della boscaglia, creando irresistibili contrasti cromatici.
Storia e natura in un quadro paesaggistico mozzafiato: da una parte quattro necropoli, un’acropoli e resti di chiese e villaggi di epoca bizantina che lo rendono uno dei siti archeologici più importanti e attraenti in Italia, testimonianza rara del periodo tra l’età del bronzo e l’età del ferro, dall’altra gli spettacolari canyon e le rocce a strapiombo sui due fiumi, l’Anapo e il Calcinara, che scorrono nella Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande.
Pantalica è facilmente raggiungibile da Ferla, piccolo paesino in provincia di Siracusa di origini antichissime, considerato tra i borghi più belli d’Italia. Ricostruito poco più a nord rispetto all’insediamento originale, dopo il disastroso terremoto del 1693, il comune prende il nome dalla ferula, la tipica pianta locale inserita persino nello stemma cittadino.
Tante le chiese che si ergono lungo la via sacra, via Vittorio Emanuele, centrale nella pianta urbanistica a forma di croce risalente all’architettura settecentesca. Tra queste da vedere la Chiesa Madre di San Giacomo, nel cui perimetro sono stati ritrovati resti di un’antica necropoli ellenica; la Chiesa di San Sebastiano, dove sono conservate le reliquie di San Giovanni Battista, di Santa Lucia, di Santo Stefano e di San Sebastiano, e la Chiesa di Sant’Antonio Abate, la cui ricostruzione, dopo il terremoto, durò cinquant’anni, ma anche la Chiesa del Carmelo, di San Giacomo, di Santa Sofia, dei Frati Minori Cappuccini, di Santa Maria di Gesù e tante altre.
Ferla è permeata da un’intensa spiritualità. La si avverte nella suggestiva processione do signuri a canna il Giovedì Santo durante le celebrazioni per la Santa Pasqua e durante la festa del patrono il 20 luglio con il corteo della reliquia per le vie cittadine, annunciato all’alba dallo sparo di venti colpi di cannone.
La Necropoli di Pantalica è aperta tutti i giorni dall’alba al tramonto con ingresso libero. In caso di pioggia l’ingresso rimane chiuso per i tre giorni successivi.