Un villa stupenda, un luogo ameno che da secoli ha ospitato e ispirato compositori, poeti, scrittori, artisti e divi del cinema, Villa Rufolo è davvero un fiore all’occhiello di Ravello, uno scorcio meraviglioso sulla Costiera Amalfitana.
Risalente al XIII secolo, la villa prende il nome della famiglia di mercanti che ne iniziò la realizzazione. L’ingresso arabo-normanno presenta archi incrociati con quattro statue simboleggianti la Carità e l’Ospitalità, e conduce all’edificio principale di tre piani, con una cappella dalla volta a botte e un ampio salone. A sinistra si trova la Torre Maggiore di quasi 30 metri – dal 2017 convertita in museo – e sulla destra il celebre chiostro moresco, intorno al quale si sviluppa un doppio ordine di colonne con decorazioni arabo-sicule. Accanto alla Torre è visibile una misteriosa costruzione monumentale risalente all’epoca medioevale della struttura, chiamata Sala dei Cavalieri. Tutta la struttura è circondata da aiuole ricche di fiori, fontane e rampicanti di ogni specie, che rendono onore all’appellativo di “giardino dell’anima”.
Nel 1353 soggiornò a Villa Rufolo Giovanni Boccaccio, tra i primi autori del Rinascimento italiano, che la rese insieme a Landolfo Rufolo, protagonista di una novella (la IV della II giornata) del celebre “Decameron”. Nei secoli successivi si sono alternati vari proprietari, e vi hanno soggiornato numerosi papi e sovrani, finché alla fine del XVIII secolo fu quasi del tutto abbandonata. Nel 1851 ne divenne proprietario il nobile scozzese Francis Neville Reid, botanico ed esperto d’arte, il quale trasformò i ruderi e ciò che restava del giardino in un luogo delle meraviglie, centro di fervore culturale.
Nel 1880 infatti il famoso compositore tedesco Richard Wagner fu ospite di villa Rufolo, dalla quale rimase tanto affascinato da affermare: “Ho trovato il giardino incantato di Klingsor!”. In effetti quel luogo ameno produsse nel famoso musicista, che allora aveva 67 anni e che sarebbe morto solo 3 anni dopo, l’ispirazione necessaria a concludere il secondo atto del Parsifal, opera su cui aveva lavorato per oltre 20 anni. E lo spirito di Wagner continua a vivere a in questi luoghi grazie al “Ravello Festival”, il più antico evento musicale d’Italia (dopo il “Maggio Musicale Fiorentino”) giunto quest’anno alla sua 67° edizione. Per l’occasione da aprile ad ottobre, Villa Rufolo si trasforma in un teatro a cielo aperto il cui palco è realizzato “nel vuoto”: una costruzione arditissima, che sporge fuori dal parapetto dei giardini, su uno strapiombo di ben 15 metri, e che sembra librarsi nell’aria come una nuvola.
Tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, è possibile solo su prenotazione visitare Villa Rufolo grazie al servizio di visite guidate.
La visita prevede un percorso guidato attraverso i giardini e gli ambienti attualmente aperti al pubblico con un piccolo costo aggiuntivo sul biglietto di ingresso. Le visite sono in ITALIANO e in INGLESE. Per altre lingue straniere è possibile fare specifica richiesta all’atto della prenotazione.
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