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La vicenda che ruota attorno all'edificazione del Castello Tramontano rappresenta una pagina amara nella storia di Matera. Il maniero prende il nome dal Conte Giancarlo Tramontano esponente di una nuova classe costituita da piccoli imprenditori, in ascesa verso la fine del Quattrocento; le ambizioni di potere che lo animavano si realizzarono nel 1497 quando ottenne dal Re di Napoli Federico D'Aragona l'investitura comitale sulla città di Matera. Le attività commerciali del Conte Tramontano lo posero in una situazione di conflitto con la classe dirigente locale che vedeva minacciato il proprio potere economico, mentre le tasse che impose alla popolazione e i continui soprusi finirono per esasperare gli animi dei cittadini materani che nel 1514 organizzarono una congiura per ucciderlo. L'aggressione avvenne in una stradina adiacente la Cattedrale in seguito denominata via del Riscatto. La realizzazione del castello fu voluta dal Conte per evidenziare il suo dominio sulla città. Rimasto incompiuto, costituisce parte materiale della memoria storica locale. È situato sulla collina de Montigny da cui si domina l'intero territorio, e si presenta contrapposto sia spazialmente che simbolicamente alla Cattedrale e al potere religioso che essa rappresenta. Il castello è costituito da un maschio imponente e due torri cilindriche laterali; il progetto prevedeva mura a protezione di tutta l'area abitata. L'incompiutezza del maniero è rimasta testimone nei secoli degli eventi storici che determinarono la sollevazione popolare finalizzata a uccidere il Conte: quasi un monito per chiunque avesse avuto velleità autoritarie sulla città di Matera.